Le ghiandole salivari maggiori (parotide e sottomandibolare), sono talvolta sede di insorgenza di tumori benigni o raramente maligni. In alcuni casi sono affette da processi flogistici cronici o da calcolosi che fanno porre l’indicazione alla loro asportazione. Posta un’accurata diagnosi, viene discussa con il paziente l’indicazione alla loro rimozione nel massimo rispetto dell’estetica del volto. La rimozione della ghiandola parotide (parotidectomia) viene condotta talvolta con l’ausilio del microscopio operatore per salvaguardare l’integrità del nervo facciale (che fornisce il movimento ai muscoli del volto) il quale attraversa la ghiandola stessa. Per tale motivo dopo l’intervento sono possibili paresi transitorie di una metà del volto che solitamente regrediscono nel giro di 24-48 ore. Questi interventi vengono eseguito in regime di anestesia generale e la degenza media è di 4-5 giorni. Il paziente viene dimesso con una medicazione che viene rimossa dopo 7 giorni , assieme ai punti di sutura. La cicatrice viene solitamente celata nel cuoio capelluto o, per la ghiandola sottomandibolare, in una plica della cute del collo.